Cibi ad alto indice glicemico
Il glucosio è il motore del metabolismo cellulare, tuttavia, quando è introdotto in eccesso con la dieta, crea danni. Questa problematica sta assumendo grande rilievo negli ultimi anni a causa del cambiamento che è avvenuto nell’alimentazione umana. La raffinazione di farine e cereali insieme alla commercializzazione su larga scala di zucchero, miele e dolcificanti vari, tal quali o aggiunti agli alimenti confezionati, ha portato al consumo di cibi ad alto indice glicemico. I cibi ad alto indice glicemico innalzano molto e velocemente la glicemia, si tratta di zucchero sia raffinato che grezzo (anche quello di canna), miele, dolcificanti, farine bianche, riso bianco, pasta, pane e pizza da farine raffinate.
Per questo è importante accompagnare ogni pasto con un’abbondante porzione di verdure crude e/o cotte riducendo invece le verdure amidacee come le patate e la frutta contenente molto glucosio (uva) e fruttosio (banane, cachi…) ed eccessivamente matura.
Perché è importante l’indice glicemico?
Diversi studi scientifici, insieme alla comprensione del meccanismo di sviluppo delle cellule tumorali, mostrano come i cibi ad alto indice glicemico siano il miglior nutrimento per il cancro.
Le cellule tumorali metabolizzano il glucosio a ritmi elevati e mostrano maggiore sensibilità delle cellule sane alla riduzione del glucosio. Sempre queste cellule hanno un metabolismo diverso rispetto a quelle sane, nei tumori maligni spesso si registra un aumento della glicolisi anaerobica, un processo che utilizza glucosio come combustibile e, in carenza o assenza di ossigeno, produce acido lattico e scarsa quantità di energia. Le cellule sane normalmente, dopo la glicolisi, avviano il prodotto ottenuto verso la respirazione cellulare con produzione di energia, acqua e anidride carbonica. Le cellule normali hanno assoluto bisogno di ossigeno mentre quelle tumorali possono vivere senza grazie alla trasformazione di grandi quantità di glucosio in acido lattico. L’accumulo di acido lattico genera un abbassamento del pH nei tessuti, per questo si parla sempre di più di alcalinizzazione dei tessuti e dieta alcalina.
Una dieta mirata
La dieta a basso contenuto di glucosio, oltre ad alcalinizzare i tessuti, stimola un aumento dei livelli di telomerasi, l’enzima che mantiene giovani. I telomeri sono le strutture terminali dei cromosomi che si accorciano man mano che si invecchia. Inoltre una dieta ipoglicemica ostacola l’espressione di un gene che riduce proprio l’attività della telomerasi.
Quindi è bene seguire una dieta con una buona percentuale di carboidrati sì, ma di tipo complesso e con molte fibre.